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02 marzo 2025

Keith Hunter Jesperson: "The Happy Face Killer", lo strangolatore

 





Keith Hunter Jesperson è un serial killer che nei primi anni '90 uccise almeno otto donne, molte delle quali prostitute e senzatetto. Da piccolo amava catturare e uccidere animali randagi, cani, gatti, uccellini, strangolandoli fino alla morte. Questa tecnica la utilizzò anche per uccidere le sue vittime e il fatto che poi sui loro corpi e sulle lettere che inviava ai media e alle autorità per prendersi gioco di loro disegnasse delle faccine sorridenti gli valse il soprannome di Happy Face Killer.

Jesperson nacque il 6 aprile del 1955 a Chilliwack, in Canada, terzo figlio di cinque, tra fratelli e sorelle. Il padre era un tipo violento, era solito punirlo con cinghiate e scosse elettriche ogni volta che si trovava dei guai e Keith, seppur timido, nei guai ci si trovava spesso, sia a scuola che in casa, tra la sua irrefrenabile voglia di uccidere animali e le liti in cui rimaneva coinvolto nelle varie scuole che frequentava, per seguire i vari spostamenti del padre per via del suo lavoro.

Diplomatosi al liceo nel 1973, non frequentò il college perchè il padre era contrario, ma trovò lavoro come camionista, anche per mantenere la moglie Rose (sposata nel 1975) e i suoi tre figli, un maschio e due femmine. Il rapporto non durò molto, quando la moglie scoprì i tradimenti del marito chiese il divorzio e andò a vivere, con i figli, dai suoi genitori; era il 1990.

All'età di 35 anni era alto più di due metri e pesava oltre i centodieci chili, fu allora che comprese che avrebbe potuto uccidere una persona con relativa facilità, grazie alla sua superiorità fisica. La sua prima vittima fu Taunja Bennett, conosciuta in un bar di Portland. La portò a casa sua, la strangolò e occultò il cadavere. Per sua fortuna, Laverne Pavlinac, una donna in cerca di una scusa per porre fine alla relazione tossica che aveva con il fidanzato, si prese la responsabilità dell'omicidio, incolpando il fidanzato per averla costretta a compiere un tale gesto, Furono entrambi arrestati e processati.

Nel 1992 Jesperson tornò alla carica, questa volta in California, strangolando fino alla morte una giovane donna di Santa Nella il cui nome, a sua detta, era "Carla" o "Cindy". Nel 1994 fu la volta di Susanne, uccisa a Crestview, in Florida, stesse modalità.

Nonostante gli omicidi, solo nel 1995 la polizia iniziò a concentrare le attenzioni su di lui e dopo l'ennesimo omicidio riuscirono a incastrarlo e arrestarlo. La vittima era Julie Winningham, ma Jesperson cominciò a confessare non solo gli altri omicidi per cui altri si erano addossati la colpa o per i quali non era ancora stato trovato un colpevole, ma arrivò a dichiarare che le vittime fossero addirittura 185. Tale dichiarazione fu sottostimata dalla polizia, che ritenne ben più veritiero un totale di 8 vittime per mano di Happy Face Killer.

Condannato a tre ergastoli, nel 2010 fu incriminato per un altro omicidio, aggiungendo un quarto ergastolo alla sua pena, che sta scontando nel penitenziario di Riverside, in California.

Nel 2008 la figlia di Keith Hunter Jesperson, Melissa G. Moore, pubblicò un libro sul padre e su ciò che aveva vissuto con lui quando lei era alle elementari. Nei giorni che passavano in casa insieme, lo vedeva catturare, torturare e uccidere gattini e piccoli roditori, realizzando quanto stesse prendendo piede sempre più prepotentemente il lato sadico dell'uomo, ma non riuscendo ancora a concepire, essendo una bambina, fin dove si sarebbe spinto.

Nel 2014 è uscito un film su Happy Face Killer interpretato dal bravissimo attore David Arquette e diretto da Rick Bota.

      




23 febbraio 2025

The Monkey: il film basato sul racconto di Stephen king

 






Il 20 marzo vedrà il suo debutto nelle sale cinematografiche italiane il film The Monkey (Negli Stati Uniti il film è uscito il 21 febbraio), basato sul racconto del sempre più prolifico Stephen King.
Il racconto, uscito nel 1985 nella raccolta di racconti Scheletri, parla del ritrovamento, da parte di un ragazzo, di una scimmietta giocattolo che, una volta azionata, provoca la morte di una persona a lui cara. Sbarazzatosi del malefico giocattolo, si ritroverà suo malgrado faccia a faccia con esso in età adulta.

Il film ne segue a grandi linee la trama, pur con delle variazioni che anche a chi ha già letto la storia non saprà di "già vista" più del necessario. Ruoterà infatti intorno ai gemelli Hal e Bill che, frugando nella cantina del padre trovano la scimmietta che una volta azionata, beh, già sapete, no?

Alla regia abbiamo Oz Perkins, figlio di Anthony Perkins, l'attore del film Psycho, che oltre ad aver partecipato come attore nel seguito del film interpretato dal padre, come regista ha comunque un bagaglio piuttosto esiguo, dato che ha diretto solo cinque film, l'ultimo dei quali (escluso The Monkey) è il controverso ma efficace Longlegs del 2024, con un formidabile Nicholas Cage nei panni del cattivo di turno.

Sebbene una trama del genere difficilmente potrà portare qualcosa di totalmente nuovo per quanto riguarda la sceneggiatura o eventuali colpi di scena, sicuramente un qualcosa ispirato a uno dei racconti del re dell'orrore non passa inosservato. Negli Stati Uniti l'accoglienza è stata un "ni", ma chissà che in Italia non possa incontrare terreno più fertile in quanto a incassi e spettatori amanti del genere.

Voi lo andrete a vedere?