Richard Ramirez nacque il 29 febbraio 1960 a El Paso, in Texas, da Julian Mercedes Ramirez. Era l'ultimo di cinque figli e i genitori, immigrati messicani, erano dei gran lavoratori: il padre lavorava alla posta delle rotaie della ferrovia di Santa Fe, mentre la madre era operaia nella fabbrica di calzature Tony Lama, dove era a contatto con sostanze chimiche e coloranti per il trattamento del cuoio. Richard aveva un temperamento calmo e la sorella Ruth gli era molto affezionata; quando era piccolo passava molto tempo con lui e se ne occupava quando la madre non poteva farlo. Con il passare degli anni i genitori scoprirono che Richard soffriva di epilessia. Come se non bastasse, era di costituzione esile e i suoi lineamenti assomigliavano più a quelli di una ragazzina. Per questi motivi era spesso oggetto di derisione da parte dei suoi coetanei. Pare anche che a scuola subisse abusi da parte di un insegnante. Ramirez potrebbe essere stato influenzato verso l'omicidio da suo cugino, Mike, un veterano della Guerra del Vietnam che spesso si vantava con lui di aver ucciso e torturato decine di nemici, mostrandogli anche delle foto Polaroid delle sue vittime.
Queste foto includevano svariate immagini di teste decapitate di donne vietnamite, uccise subito dopo aver abusato di loro. Ramirez era anche presente quando, a soli quindici anni, vide suo cugino Mike sparare alla moglie, uccidendola.
Il suo primo omicidio avvenne a Los Angeles, il 28 giugno del 1984. La vittima si chiamava Jennie Wincow e aveva 79 anni. La donna venne aggredita mentre dormiva, prima accoltellandola al petto, poi tagliandole la gola da orecchio a orecchio, per poi accanirsi di nuovo sul suo petto. Dopo averla uccisa si dileguò portando con sé degli oggetti di valore. Il corpo della donna fu scoperto dal figlio, che viveva al piano di sopra, la mattina seguente. Dai rilievi della polizia emersero segni di violenza sessuale sul cadavere. Passarono diversi mesi prima che Ramirez tornasse a mietere nuove vittime. Il 1985 fu l'anno della sua furia omicida, seminando il panico in tutta Los Angeles. A febbraio molestò una bambina di 6 anni e ne stuprò una di 9. Il 17 marzo, verso le 23:30, penetrò in un condominio, nascondendosi all'interno di un garage dove Maria Hernandez aveva parcheggiato la sua auto; lui le sparò, credendola morta, poi entrò all'interno del condominio. La donna si era salvata grazie al suo mazzo di chiavi che aveva deviato il proiettile, anche se ferita era riuscita ad alzarsi e a chiedere aiuto mentre Ramirez era dentro il suo appartamento e stava uccidendo la sua coinquilina, Dayle Okazaki, di 34 anni, sparandole e svaligiando l'abitazione subito dopo.
Nella stessa notte, Ramirez assalì Tsai-Lian Yu una donna di 30 anni originaria di Taiwan. Le sparò diversi colpi lasciandola morente in auto. Il 27 marzo l'uomo si introdusse nell'appartamento di Vincent Zazzara, un uomo di 64 anni. Con lui c'era sua moglie, Maxine Zazzara, di 44 anni; lui era il gestore di una pizzeria, mentre lei era un procuratore. L'uomo fu subito ucciso con un colpo di pistola alla tempia, lei venne picchiata e uccisa a coltellate. Ramirez sul cadavere della donna praticò diverse mutilazioni, fra le quali una ferita a "T" sul seno sinistro, infine le cavò gli occhi e li portò con sé insieme a svariati oggetti di valore e non. Il 14 maggio, a Monterey Park, entrò nella casa di una coppia, sparò un colpo alla tempia del marito, il 66enne Bill Doi, costrinse la moglie di 63 anni a farsi consegnare tutti gli oggetti di valore e poi la stuprò. Non riuscì a ucciderla come preventivato perché il marito, agonizzante, stava cercando di chiamare la polizia e tanto bastò a metterlo in fuga. La donna, invece, riuscì a chiamare i soccorsi, ma se lei riuscì a salvarsi, il suo consorte non ebbe la stessa fortuna e morì il giorno dopo. Ad ogni modo, lei riuscì a fornire una lieve descrizione dell'assalitore, dando alle forze dell'ordine una traccia su cui lavorare. La stampa, intanto, aveva già trovato un soprannome per il killer che stava terrorizzando Los Angeles, soprannominandolo The Valley Intruder.
Il 29 maggio del 1985 Ramirez entrò nella casa di due signore anziane, una di 83 anni e l'altra, di 80 anni, invalida. Le due donne furono picchiate selvaggiamente, talmente forte che il manico del martello utilizzato si spezzò e venne rinvenuto sul luogo del delitto. La donna più anziana aveva subito un tentativo di stupro. Sul petto di essa l'assassino aveva disegnato con un rossetto un simbolo esoterico, un pentagramma, mentre un secondo pentagramma fu ritrovato sulla porta. Purtroppo la donna di 83 anni fu rinvenuta morta, mentre l'altra di 80 riuscì a salvarsi. Il 30 maggio del 1985 la quarantenne Ruth Wilson si svegliò con una luce puntata sul volto. Ramirez era penetrato dentro la sua abitazione e le stava puntando addosso una pistola e una torcia. Le ordinò di scendere dal letto e di andare nella camera del figlio dodicenne. Legò le mani del ragazzino e lo chiuse nel ripostiglio. Poi ordinò alla donna di non guardarlo in faccia ("Non guardarmi, se mi guardi un'altra volta ti sparo"). Ruth, pur di farlo andar via, gli offri un girocollo d'oro e diamanti, ma a Ramirez non bastò. Le strappò la camicia da notte e la violentò, sodomizzandola. Prima di scappare le disse: "Non so perché ti lascio in vita. Io ho già ucciso della gente. Tu forse non mi crederai, ma l'ho fatto". Ruth, sconvolta dalle sue parole, subito dopo andò a liberare il figlio e chiamò la polizia. Riuscì a dare una descrizione dell'assalitore dicendo che era ispanico, alto e con i capelli scuri lunghi. Sebbene ci si riferisse a Ramirez con il soprannome di The Valley Intruder, alcuni giornali cambiarono l'appellativo in The Midnight Stalker, che alla fine divenne The Night Stalker. Il 27 giugno del 1985 ad Arcadia, una contea della città di Los Angeles, Ramirez stuprò una bambina di 6 anni.
Il 28 maggio 1985, sempre ad Arcadia, fu rinvenuto nel suo appartamento il corpo privo di vita di Patty Higgins di 32 anni. Questo omicidio, però, non fu mai ufficialmente attribuito a Night Stalker, anche se i sospetti erano fortissimi. Il 2 luglio 1985, a meno di due miglia dalla scena dell’ultimo probabile delitto, venne rinvenuto il corpo senza vita di Mary Louise Cannon, 75 anni. Anche lei, come la vittima precedente, era stata uccisa in casa, prima picchiata e poi sgozzata. L’abitazione era stata svaligiata. Il 5 luglio Ramirez picchiò selvaggiamente una sedicenne con una sbarra di metallo, ma la ragazza riuscì a salvarsi. La furia di Nighth Stalker era ormai violenta e inarrestabile. La notte del 7 luglio 1985 penetrò nella casa della sessantunenne Joyce Lucille Nelson e la uccise con un oggetto contundente, ma l’assalto non lo soddisfò: nella stessa notte riuscì a intrufolarsi nell'appartamento di un’infermiera di 63 anni. Sorprese la donna a letto e con la pistola le ordinò di chiudersi in bagno. Dopo aver frugato in casa, cercò di violentare e sodomizzare la donna, ma non riuscì a mantenere un’erezione. La sorte dell’infermiera sembrava segnata, ma invece di ucciderla, Ramirez si limitò ad arraffare gli oggetti di valore e a fuggire. Il 20 luglio 1985 colpì in una nuova area di Los Angeles, Glendale. Si intrufolò nell’appartamento di Maxson e Lela Kneiling e li uccise brutalmente, aiutandosi anche con un machete comperato qualche giorno prima. Il corpo di Maxson fu massacrato, la testa era quasi staccata dal corpo. È probabile che Ramirez avesse usato la donna per le sue perverse fantasie sessuali prima di ucciderla e mutilarla. Lo stesso giorno assalì un’altra coppia, Chainarong e Somkid Khovananth, lui di 32 anni, lei di 29. Ammazzò l’uomo con un colpo alla testa, poi stuprò la donna e la costrinse a un rapporto orale. La picchiò furiosamente e, non contento, sodomizzò il loro bambino di 8 anni. Concluse la nottata portandosi dietro un bottino di trentamila dollari, tra contanti e gioielli. Il 6 agosto 1985 Richard Ramirez assalì l'ennesima coppia, Christopher Petersen, di 38 anni, e sua moglie Virginia Petersen, 27. Entrò come al solito dalla finestra della camera da letto e sparò contro di loro. Miracolosamente, l’uomo e la donna si salvarono. Christopher, che era un robusto camionista, venne colpito alla testa dalla pallottola, ma non morì. Per uno di quei casi che capita una volta nella vita, il proiettile non aveva danneggiato alcuna struttura vitale e addirittura l’uomo fu in grado di alzarsi dal letto e di mettere in fuga l’assalitore.
L’8 agosto 1985 Ramirez colpì ancora. Avendo puntato un’altra coppia, di notte entrò in casa loro, in una nuova zona di Los Angeles, Diamond Bar. Uccise nel sonno l’uomo di 35 anni, Elyas Abowath, e aggredì la moglie ventottenne, stuprandola e sodomizzandola. Los Angeles viveva nel terrore puro, le forze di polizia pattugliavano costantemente notte e giorno ed erano anche aumentati i numeri di vigilanti, così Ramirez decise di cambiare il suo territorio di caccia, spostandosi al nord della città. Nella notte del 18 agosto 1985 colpì a Lake Merced, una zona periferica di San Francisco. Le vittime erano una coppia di origine cinese, Peter Pan, 66 anni, e Barbara Pan, 64 anni. Furono ritrovati in camera, nel letto intriso del loro sangue. L’uomo era stato ucciso immediatamente. La donna, seppur picchiata e ferita dal colpo di pistola, riuscì a sopravvivere. Rimase però invalida per tutta la vita. Nell'appartamento fu ritrovato il disegno di un pentagramma fatto con il rossetto, accompagnato dalle parole "Jack The Knife", tratte dalla canzone The Ripper del gruppo Heavy-Metal Judas Priest. La stampa diffuse la notizia e fu il panico. Tra l’altro le indagini si erano fatte più complesse, perché il calibro e il tipo di proiettile rimosso dal corpo del signor Pan ricollegavano il tipo di aggressione ad altri due delitti, uno avvenuto a Los Angeles e l’altro a San Francisco diversi mesi prima. Il proprietario di una piccola pensione a San Francisco riconobbe Ramirez dalla descrizione della polizia e, quando gli agenti perquisirono la camera dove il serial killer aveva alloggiato, trovarono un pentagramma disegnato sulla porta del bagno. A questo si aggiunse il fatto che gli investigatori riuscirono a rintracciare nel distretto di El Sobrate un uomo che aveva comprato dei gioielli. I preziosi si rivelarono rubati e appartenenti alla signora Pan. La descrizione fornita dall'uomo corrispondeva a quella del killer. Il 24 agosto 1985 Ramirez colpì ancora, ma lontano da San Francisco, a Mission Vejo, a 50 chilometri a sud di Los Angeles. Entrò di notte nella camera di William Carns, un ingegnere informatico di 29 anni, e dalla sua ragazzi di 27, sparandogli contro ripetutamente, ma senza ucciderli. Afferrò per i capelli la donna e la trascinò in un’altra camera, poi le legò i polsi e le caviglie con alcune cravatte e le chiese se sapeva chi fosse. La donna, terrorizzata, ammise che pensava lui fosse il killer del quale tutti i giornali e le televisioni parlavano. Ramirez girò per la casa in cerca di soldi e gioielli, ma non trovò molto. Tornò arrabbiato dalla donna e la violentò per due volte. Alla polizia, successivamente, lei aveva riferito che l’alito di Ramirez era pestilenziale, quasi da stordirla. La donna, impaurita per la sua vita, indicò a Ramirez un cassetto con dentro dei soldi. Ramirez le intimò di dimostrare la sua fedeltà a Satana costringendola a ripetere varie frasi che osannavano il Maligno. "Io amo Satana", dovette ripetere la donna, fino a quando Ramirez non fu soddisfatto e la costrinse a un rapporto orale.
Alla fine, il predatore della notte la fissò. Lei pensò che fosse arrivato il suo momento, che Ramirez l’avrebbe uccisa. Invece lui esplose in una fragorosa risata e fuggì. La donna riuscì a liberarsi da sola e chiamò il 911. Affacciandosi alla finestra vide l’aggressore salire su una vecchia Toyota Station Wagon arancione. Quella stessa sera, un ragazzo che lavorava come guardiano in un garage vide l'automobile girare per il suo quartiere e insospettito chiamò la polizia. Il 30 agosto le autorità trovarono la macchina e la misero sotto sorveglianza, attendendo il ritorno di Ramirez, ma lui non si fece più vivo. Sull'auto trovarono alcune impronte digitali che lo identificarono.
Ormai la fine dell’incubo era vicina.
Ramirez vedendo tutte le notizie di lui, dai telegiornali, decise di ritornare a Los Angeles. Ora il predatore della notte aveva bisogno di una nuova vettura per gli spostamenti. Il 31 agosto entrò in un negozio di liquori, ma si arrestò subito quando vide la sua immagine trasmessa nei telegiornali e stampata su tutte le prime pagine dei quotidiani. Le persone nel locale lo riconobbero subito e lui in preda al panico fuggì. Decise di rubare un'auto nel quartiere ispanico, pensando che in quel quartiere, camuffandosi per bene, sarebbe stato facile muoversi, ma si sbagliava. Aveva puntato una Mustang rossa, parcheggiata sul vialetto d’ingresso di una abitazione, con la portiera aperta e le chiavi inserite nel quadro di accensione. Non si era accorto che sotto la vettura c’era il proprietario, Faustino Pinon, 56 anni, intento ad aggiustare il mezzo che aveva qualche noia alla trasmissione. Sentendo il motore avviarsi, l’uomo si tirò fuori da sotto l’automobile, si alzò e afferrò per il collo Ramirez. L’auto coprì una breve distanza, ma Pinon non mollò la presa, per nulla intimorito dal fatto che Ramirez avesse una pistola. La Mustang urtò un garage e Ramirez approfittò dell'urto per abbandonare il mezzo e scappare, fermando al volo un’altra auto che stava sopraggiungendo. Minacciò di morte la conducente, Angelina De La Torre, che terrorizzata gridò per cercare aiuto. Suo marito Manuel, udendo le urla del marito, uscì di casa brandendo una barra di metallo e si diresse verso l'aggressore. Nel frattempo, un altro vicino, Jose Burgoin, chiamò la polizia. I suoi figli, Jaime di 21 anni e Julio di 17 anni, sentendo le urla corsero in strada e riconobbero Ramirez nel serial killer che stava terrorizzando Los Angeles. Ci fu un inseguimento. Manuel riuscì a colpire Ramirez una prima volta, poi lo atterrò definitivamente lanciandogli contro la barra. Gli altri tre gli furono subito addosso e lo trattennero fino all'arrivo delle forze dell’ordine, che faticarono a salvarlo dal linciaggio della folla.
La storia processuale del Night Stalker fu molto lunga e complessa. La difesa di Richard Ramirez cercò in tutti i modi di allungare i tempi del processo, presentando un’istanza per respingere il giudice Michael Tynan e tentando di infondere dei dubbi sulla credibilità dei testimoni chiave dell’accusa. Il Los Angeles Time riportò la notizia che Ramirez aveva intenzione di uccidere il Pubblico Ministero con un’arma nascosta nell'aula del tribunale, con la conseguente installazione di un metal detector all'entrata e la perquisizione di tutti quelli che accedevano al suo interno, legali compresi. Non fu trovato nulla e Ramirez pareva sorpreso e divertito da quelle misure di sicurezza. Venne sostituito un componente della giuria, mentre un’altra giurata fu trovata morta con un colpo di pistola nel suo appartamento. Immediatamente i giornali si sbizzarrirono in congetture fantasiose, come Ramirez che avrebbe pianificato l’omicidio dal carcere o che aveva un complice all'esterno, ma il giudice Tynan dimostrò che l’omicidio non aveva niente a che fare con il processo. In tutto questo Ramirez, con la sua risata beffarda, con i suoi insulti, con i suoi brevi e satanici comunicati, con gli occhiali da sole che non si levava neppure quando era chiamato in causa, con le ammiratrici che tifavano per lui presso il tribunale, ricordando agli americani le scene che ci furono durante il processo per Charles Manson, era diventato una specie di star.
Il 20 settembre 1989 Richard Ramirez fu giudicato colpevole di 13 omicidi (ma le sue vittime furono almeno 14) e di 30 altri svariati capi d’accusa, che andavano dallo stupro al tentato omicidio, dal furto, alla sodomia. Prima di lasciare la sua cella, Ramirez mostrò ancora il pentacolo sul palmo della mano sinistra, stese due dita come corna e disse solo: "Evil". Il 3 ottobre 1989, dopo quattro giorni di consulta, la giuria fece sapere che aveva votato per la condanna a morte. Il commento di Ramirez, rivolgendosi ai giornalisti, fu: "Ci vediamo a Disneyland." Il 9 novembre 1989, quando il giudice Michael Tynan ufficializzò le 19 condanne a morte, Ramirez rilasciò la seguente dichiarazione: "Voi non mi capite e non mi aspetto che lo facciate. Non ne siete in grado. Io sono oltre la vostra esperienza, io sono oltre il bene e il male. Legioni della notte, stirpe della notte, non ripetete gli errori del predatore della notte e non mostrate pietà. Io sarò vendicato. Lucifero dimora in tutti noi." Nell’ottobre del 1996 Richard Ramirez si sposò con la giornalista freelance Doreen Lioy, 41 anni, laureata in Inglese e con un quoziente intellettivo di 152, con una semplice cerimonia nel parlatorio della prigione di San Quintino. La famiglia di lei la rinnegò subito dopo. Nel maggio del 2004 fu data notizia che Richard Ramirez sarebbe stato giustiziato mediante camera a gas in California. Ramirez attese anni per l’esecuzione nel braccio della morte a San Quintino e nel frattempo molte persone gli scrissero. Lui rilasciava interviste, aveva molti ammiratori, soprattutto ragazze, innamorate pazze di lui. Stralci di lettere e suoi autografi furono successivamente venduti su Internet raggiungendo anche cifre notevoli. Nel 2009 tracce di dna di Ramirez sono state legate alla morte di una bambina di nove anni di nome Mei Leung, avvenuta il 10 aprile del 1984. Il corpo fu ritrovato nella cantina di un hotel nel quartiere di Tenderloin, a San Francisco, dove Ramirez ai visse per un determinato periodo. Probabilmente, questo fu il suo primo omicidio.
Richard Ramirez si spense all'età di 53 anni il 7 giugno del 2013 per insufficienza epatica, mentre era detenuto nel Carcere di San Quintino, in attesa di essere giustiziato.
Nella serie tv American Horror Story creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk compare anche il personaggio di Richard Ramirez, precisamente nella quinta stagione, interpretato da Anthony Ruivivar, che visita l'hotel infestato che dà il nome alla stagione (American Horror Story:Hotel). L'hotel della serie si chiama "Hotel Cortez", nome fittizio, perchè l'idea dell'hotel infestato è ispirato all'Hotel Cecil di Los Angeles, luogo di morti, sparizioni e misteri.
Anthony Ruivivar nei panni di Ramirez |
Il personaggio di Ramirez appare di nuovo nella seria, ma stavolta nella nona stagione, intitolata 1984, da giovane. A interpretarlo stavolta è Zach Villa.
Zach Villa nei panni di Ramirez |
Nel 2021 su Netflix è uscito il documentario di quattro puntate sui crimini compiuti da Ramirez; il titolo della serie è Night Stalker: caccia a un serial killer.